Ebraismo: storia, principi e tradizioni di un popolo

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L'ebraismo è una delle più antiche religioni monoteiste del mondo, la cui origine risiede nel patto (Berit) stabilito tra Dio e Abramo, patriarca del popolo ebraico. Questo articolo, realizzato in collaborazione con il giornale Eroica Fenice, offre una panoramica storica e teologica di una fede la cui identità religiosa, culturale e nazionale si è evoluta nel corso di quasi quattromila anni. Per comprendere in cosa credono gli ebrei è necessario addentrarsi in una complessa struttura teologica basata su testi sacri, principi etici e una memoria storica condivisa.

I fondamenti teologici

Il fulcro della teologia ebraica è un monoteismo unitario e rigoroso. La fede si basa sulla credenza in un solo Dio, unico e indivisibile, creatore dell'Universo. Questo principio è suggellato nella preghiera più importante, la Shemà Israel: ''Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno''. A differenza della dottrina cristiana, concezioni trinitarie di Dio sono considerate teologicamente errate. Secondo la tradizione, Dio è eterno, onnipotente e onnisciente, e a lui solo è dovuta la preghiera. Un altro pilastro è l'attesa di un Messia, un discendente di Re Davide che, secondo le profezie, riscatterà il popolo di Israele e inaugurerà un'era di pace universale, l'Olam Ha-Ba (il mondo a venire). Per questa ragione gli ebrei non riconoscono in Gesù la figura messianica, punto di divergenza fondamentale con il cristianesimo.

I testi sacri e la legge

La legge e il pensiero ebraico si fondano su due pilastri testuali. La Torah scritta (o Tanakh), che corrisponde all'Antico Testamento cristiano, contiene la storia, le leggi e i precetti fondamentali rivelati da Dio. Accanto a questa, la Torah orale, codificata nel Talmud, rappresenta la monumentale raccolta di discussioni, interpretazioni e leggi elaborate dai rabbini nel corso dei secoli, essenziale per spiegare come applicare i precetti biblici alla vita quotidiana. Tra questi precetti, il decalogo ricevuto da Mosè sul Monte Sinai rimane il nucleo etico della fede ebraica.

Storia di un popolo: dalla diaspora alla Shoah

La storia ebraica è segnata da un profondo legame con la Terra d'Israele, ma anche da un'esperienza millenaria di dispersione. Con la distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. da parte dei Romani, iniziò la Diaspora, la dispersione del popolo ebraico in tutto il mondo. Per secoli, le comunità ebraiche vissero come minoranze, spesso soggette a persecuzioni e discriminazioni, come testimoniato dal lungo capitolo dell'antisemitismo in Europa. Questa lunga storia di sofferenza è culminata nel XX secolo con la Shoah, il genocidio sistematico di circa sei milioni di ebrei perpetrato dal regime nazista. Questo evento non rappresenta solo un trauma storico, ma un punto di rottura che ha profondamente influenzato la teologia, la filosofia e l'identità ebraica contemporanea. La memoria della Shoah è oggi un imperativo morale e un elemento centrale nella coscienza collettiva del popolo ebraico.

La pratica e la vita ebraica

La vita di un ebreo osservante è scandita da pratiche e festività che rafforzano l'identità comunitaria. Il precetto dello Shabbat, il riposo del sabato, è centrale. Durante questo giorno ci si astiene da ogni forma di lavoro creativo, dall'accendere fuochi all'uso di denaro, per dedicarsi alla famiglia, alla preghiera e allo studio. Anche le festività annuali sono fondamentali. La Pesach (Pasqua ebraica) commemora la liberazione dalla schiavitù in Egitto, mentre Yom Kippur (Giorno dell'Espiazione) è il momento più sacro dell'anno, dedicato al digiuno e al pentimento. Durante l'inverno, la festa di Hanukkah celebra la ridedicazione del Tempio di Gerusalemme, e non ha alcun legame con il Natale cristiano.

L'ebraismo, dunque, non si configura come un semplice insieme di dogmi, ma come un intreccio indissolubile di fede, storia, pratica comunitaria e memoria. Un'eredità culturale e spirituale che ha saputo resistere attraverso i millenni, mantenendo viva la sua unicità.