I Buoni del Tesoro Poliennali (BTP), sono titoli di credito a medio-lungo termine, che vengono emessi dal Tesoro con scadenza pari a 3, 5, 7,10, 15 e 30 anni. L’investitore riceve durante la vita dell’obbligazione, un flusso cedolare costante ed alla scadenza, una somma di denaro pari al valore nominale dei titoli posseduti.
Le cedole, sono solitamente predeterminati in misura fissa e con cadenza semestrale; il tasso di interesse è fissato al momento dell’emissione e quindi l’ammontare delle cedole è costante per tutta la vita del titolo.
Come funzionano i Btp
Nel paragrafo precedente, abbiamo introdotto il concetto di Btp, analizzandolo nella sua definizione; in questo paragrafo invece, andremo a scoprire come funzionano i Btp. I Btp, prevedono l’emissione di una cedola fissa, il cui rendimento è indicizzato all’inflazione sull’indice FOI dell’Istat, ossia l’indice che riporta l’andamento dei prezzi al consumo per le famiglie italiane di impiegati e operai.
Un’altra tutela all’investitore, consiste nel fatto che vi è un livello minimo di cedola garantito, che permette che il rendimento non sia mai inferiore a quello minimo stabilito al momento dell’emissione.
In caso di deflazione, le cedole vengono calcolate ugualmente sul capitale nominale investito e per questo motivo, la protezione non è estesa solamente alla quota capitale, ma anche agli interessi.
Ogni Btp Italia ha un taglio minimo di 1000 euro e possono essere acquistati in multipli di tale somma. Alla scadenza del titolo è previsto un Premio Fedeltà che corrisponde allo 0,4% del rendimento registrato.
Btp e rischi
Proprio come ogni cosa, legata al mondo del mercato e quindi di conseguenza, anche a tutte le sue dinamiche, anche l’acquisto di Btp, rappresenta un rischio per l’investitore.
Il principale rischio, in cui l’investitore può incappare, acquistando i BTP è quello di mercato. Quest’ultimo è in poche parole, la volatilità del prezzo di un titolo in caso di vendita prima della scadenza: la volatilità è tanto maggiore quanto più lunga è la vita residua del titolo.
Un innalzamento dei tassi di mercato comporterà un calo del prezzo del BTP: al fine di poter eguagliare il rendimento di mercato, date le cedole fisse, la quotazione dovrà decrescere, in modo che l’investitore recuperi con un “capital gain”, la differenza tra il rendimento cedolare e quello di mercato. Al contrario, nel caso di cali dei tassi: il prezzo del BTP si dovrà alzare.
I BTP a più lunga scadenza (15 e 30 anni) sono più rischiosi di quelli a media scadenza (3 e 5 anni). Inoltre, poiché la cedola è fissa, a parità di vita residua essi sono più rischiosi dei titoli a tasso variabile.